Con Eager Analytics, strumento per la raccolta di Big Data sugli spostamenti dei turisti tramite l’app “Heart of Sardinia”, con più di 20000 download, abbiamo rilevato per voi qualche numero sul turismo culturale in Sardegna durante Monumenti Aperti, nel periodo da Aprile a Ottobre 2019, su un campione di 7000 visitatori.
Sono soprattutto gli italiani che viaggiano per monumenti in Sardegna con l’ausilio di strumenti digitali mobili: donne, con un’età che oscilla tra i 25 e i 44 anni. Il tempo di permanenza è di 15 minuti, mentre in una giornata si visitano mediamente 4 monumenti.
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Il profilo del viaggiatore culturale in Sardegna
Monumenti Aperti, che ogni anno coinvolge 100.000 visitatori in 800 siti circa in Sardegna, è stata l’occasione per testare gli spostamenti e capire le preferenze dei visitatori nell’isola. Come si muovono, quanto tempo trascorrono all’interno dei siti culturali, che cosa visitano?
I primi dati hanno rivelato una partecipazione maggiore per i visitatori tra i 25-44 anni (50%), donne (59%), medio-spendenti (50%), italiani (65%).
Come dal grafico qui sopra abbiamo un identikit chiaro ed esauriente di chi predilige il turismo culturale in Sardegna. Partendo dalla nazionalità, si può vedere che, sempre in proporzione al numero di download della nostra app, il 65% è italiano, a seguire l’11% di spagnoli e l’8% di tedeschi. Con percentuali più basse seguono svizzeri al 6%, inglesi 4% e francesi al 3%.
Proseguendo per fascia di spesa, basandoci sul numero di “soste” in punti ristoro e simili, notiamo che il 50% delle persone è medio spendente, il 22% è alto spendente e il 28% è basso spendente. Ciò dimostra che la metà dei visitatori comunque ha una buona capacità di spesa in servizi e consumi.
E per finire il quadro socio-demografico del turista culturale, la metà dei visitatori ha tra i 25 e i 44 anni. A seguire le persone dai 45-54 anni con il 23% di rappresentanza sul totale; il 13% ha un età compresa tra i 55 e i 64 anni, in ultimo gli over 65 con il 5%.
I flussi dei visitatori
Ma le vere sorprese sono arrivate analizzando gli spostamenti di ogni singola categoria, notando così – ad esempio – che le persone con caratteristiche simili vivono in modo simile anche la manifestazione.
Sassari conta meno spostamenti verso le altre province e predilige il suo territorio come luogo di interesse della manifestazione. All’interno però ci si sposta di più, in quanto i principali comuni aderenti alla manifestazione sono relativamente distanti tra loro (Sassari, Alghero, Olbia, Porto Torres).
Diversa è Oristano che, trovandosi in una posizione intermedia, si divide equamente tra il nord con il 22% e il sud Sardegna con il 30%. Curioso è notare che le motivazioni di spostamento dovute alla prossimità prevalgono sulle differenze socio-demografiche.
Analizzando i dati del Sud Sardegna con l’area metropolitana di Cagliari, il 35% preferisce visitare luoghi molto vicini tra loro potendo così visitare più attrazioni in una singola giornata. Questo dato crea un forte impatto economico nelle giornate di Monumenti Aperti, soprattutto nell’area metropolitana di Cagliari.
Cagliari la città culturale più visitata dai turisti
Nell’area metropolitana di Cagliari si registrano in assoluto più visite, anche considerato il maggior numero di monumenti fruibili e la vicinanza tra gli stessi.
Una visita media dura circa 15 minuti e si visitano mediamente 4 monumenti, mentre la propensione a visitare siti d’interesse di diversi comuni è relativamente bassa (1,4 comuni per visitatore). Gli spostamenti tra province confermano l’importante ruolo del turismo interno (i sardi sono circa il 35% del campione e l’8% delle presenze annuali a Cagliari).
Stando ai dati, su queste dinamiche incide significativamente il meteo, considerato che anche solo l’aumento di due gradi Celsius porta ad un aumento della partecipazione del 7-10%.
Carlo Gaspa, Eager Srl
Ma al di là di tutto questo, è affascinante scoprire che le visite sono enormemente condizionate da caratteristiche come il genere. Le donne tendono a ottimizzare i tempi, visitando più siti d’interesse vicini tra loro e facendo pause mirate. Gli uomini visitano meno siti, selezionati e anche molto distanti tra loro, spendendo di più perché compiono più pause.
Senza alcun dubbio, le chiese rappresentano le principali attrazioni artistiche, seguite da palazzi storici, siti archeologici e musei. I turisti si mostrano disposti a visitare anche più strutture di questa categoria consecutivamente, pertanto la scelta appare essere tutt’altro che casuale
Dato interessante, per la manifestazione di monumenti aperti a Cagliari è la concentrazione nella zona Castello, Marina e Villanova del maggior numero di visite, siti e aree economiche.
Spesa del turismo culturale in Sardegna
Utile infine analizzare l’indotto economico che la manifestazione porta sul territorio, notando una evidente risposta da parte dei visitatori.
Nell’arco di una giornata dedicata alla cultura, 7 turisti su 10 spendono soprattutto durante le pause. Le pause possono essere più o meno frequenti a seconda delle categorie dei visitatori.
Esse sono in grado di portare un beneficio economico soprattutto a bar (75%), distributori di carburanti (8%), agriturismi e ristoranti (7%) e alberghi e B&B (4%).
Ma non solo: nei tre mesi successivi abbiamo potuto osservare che il 10% dei visitatori torna a visitare gli stessi luoghi, verosimilmente per approfondire con una seconda visita o per mostrare quel sito d’interesse ad amici/parenti, spendendo di nuovo.
Carlo Gaspa, Eager srl
Conclusioni
L’ultima volta che ho partecipato a Monumenti Aperti come studente è stato 10 anni fa, quando avevo 18 anni e frequentavo le superiori. Non avrei mai immaginato che dieci anni dopo mi sarei occupato, con la mia azienda, della raccolta dati su un campione di 7000 visitatori dei quasi 800 monumenti della manifestazione.
Le informazioni analizzate hanno confermato quello che alcuni di noi, in molti casi, avevano già intuito, che i siti di interesse culturale in Sardegna generano un vivace flusso interno di visitatori dedicati. Ma l’intuito non basta per capire quali siano le esigenze di questo tipo di viaggiatore nell’isola e quali siti possano produrre di più, ancor di più quando gli investimenti del segmento risultano particolarmente onerosi e ci si interroga così sull’effettivo ritorno economico.
Orientando ogni scelta verso un approccio sempre più basato sui dati, siamo fermamente convinti che sarà possibile evitare molti errori in futuro e assistere alla nascita di importanti casi di successo.