Il balneare è da sempre il segmento più importante della Sardegna, eppure dobbiamo prendere consapevolezza che una Sardegna attiva e alternativa al balneare è proprio di fronte ai nostri occhi, dobbiamo solo rendercene conto. La Sardegna ha tanto da offrire, insieme abbiamo fatto qualche riflessione sul come renderla possibile.
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Sardegna alternativa: obiettivi da raggiungere
Il desiderio che emerge è quello di promuovere la Sardegna alternativa al balneare, e per farlo è necessario fare rete fra gli operatori turistici. Un mantra che si ripete spesso in tutti gli incontri di AperiTurismo che talvolta suona un po’ come un’occasione già mancata più che un auspicio. La collaborazione che potrebbe nascere dall’obiettivo comune di valorizzare il territorio in tutti i suoi aspetti, porterebbe alla creazione e quindi fruizione di un prodotto unico, indimenticabile, che non avrebbe niente da invidiare a quello di altre destinazioni.
Tra gli obiettivi che si vogliono raggiungere vi è la destagionalizzazione della domanda turistica. Il turismo balneare, che rappresenta il segmento più importante dell’isola, è limitato dalle sue stesse caratteristiche che lo inquadrano in un’unica stagione concentrata nei pochi mesi estivi.
Turismo attivo: cosa fare in Sardegna
Se l’idea è quella di promuovere una Sardegna attiva e alternativa, vediamo insieme quali sono le principali attrattive.
Tra i segmenti di turismo attivo in Sardegna spicca il segmento del cicloturismo che è in continua crescita, trend che “parte da una tendenza sociale: la cura del proprio benessere fisico. Sempre più persone vogliono essere attive, praticando una o più attività sportive non necessariamente a livello agonistico, ma anche solo ricreativo (come spiegavamo nell’introduzione al turismo attivo sul tema delle motivazioni). Va da sé che quando si va in vacanza, si ha il desiderio di praticare la propria attività sportiva preferita, anziché stare seduto tutto il giorno sotto l’ombrellone”, come dice Alessandro Cresto di Dolce Vita Bike Tours. La sua attività consiste nel proporre tour itineranti in bicicletta, personalizzabili a seconda delle richieste del cliente. Nel periodo tra Marzo e Novembre contano circa 1000 clienti all’anno con dei picchi in primavera e in autunno. I principali mercati di riferimento sono Germania, Regno Unito e Svizzera, seguiti dal Nord America e Australia.
La particolarità della Sardegna potrebbe essere quella di ritrovarsi a pedalare in scenari continuamente diversi, e la possibilità di farlo specialmente nei mesi invernali, che nell’isola presentano un clima fortunatamente mite. Così come incontrarsi a percorrere sentieri impervi in mezzo alle montagne e gli sterrati come nell’ultra trail MTB di MyLand.
Racconta l’avventura Giorgio Spiga architetto dell’Aspal e appassionato a sua volta di ultra trail. Il progetto MyLand, oltre ad essere una competizione annuale, rientra in un progetto più esteso di riqualificazione di un’area, quella della Marmilla, in via di spopolamento.
Leggi del Progetto MyLand nell’intervista a Giorgio.
Surfing, la Sardegna è il vero vantaggio
Il clima sardo non permette soltanto di scoprire il territorio interno quasi tutto l’anno, ma offre la possibilità di partecipare ad attività sul mare, specialmente “nei momenti di quello che viene chiamato brutto tempo”, a detta di Eddy Piana, di Sardinia Open Water Challenge, che si occupa dell’unico Waterboard event in Italia. L’evento si svolge nel mese di Settembre nella costa Oristanese, contando circa 300-500 partecipanti e generando circa 1500 presenze (approfondisci nell’intervista ad Eddy qui).
La caratteristica metereologica rappresenta quindi uno dei punti di forza della Sardegna per il turismo attivo, sia che si tratti di bel tempo che, come nel caso del surf, che si tratti di brutto tempo che diventa, per lo sportivo, molto più interessante e stimolante.
Per Eddy, non è solo il clima, ma la Sardegna stessa il vantaggio competitivo nel segmento sport attivi.
Trekking ed escursioni in Sardegna: il profilo del viaggiatore
Se volessimo individuare un identikit per il turista attivo medio, Paolo Mulas grazie alla sua attività, osserva che non esiste un viaggiatore tipo. Tutti sono diversi in base alle proprie passioni e interessi, influenzati soprattutto dall’età.
L’età media riscontrata è di circa 45 anni, preferiscono visitare la Sardegna nei cosiddetti periodi “di spalla”, ovvero da aprile fino ai primi di giugno, e poi da settembre fino a novembre. Tralasciano completamente i mesi di alta stagione dove la terra risulta fin troppo invasa dai turisti e poco fruibile dal punto di vista naturalistico. Per quanto riguarda la nazionalità, si stima che circa il 30% dei viaggiatori attivi sono nazionali mentre il restante 70% proviene per lo più da Francia, Scandinavia e altre nazioni del centro-Europa.
Trekking, mountain biking e kayak sono le attività più richieste.
Una Sardegna attiva e alternativa è quasi dietro l’angolo. C’è sicuramente tanto lavoro da fare, come quello di impegnarsi di più sul fronte dei trasporti fuori stagione, ma la crescita è reale e possibile. Tuttavia la nostra deve essere però una “crescita” attenta e mirata, possiamo imparare tanto dagli altri, ma stando attenti a salvaguardare il territorio e le nostre unicità che sono il vero segreto del nostro modesto successo.
Leggi il punto di vista di Paolo Mulas.
Diving in Sardegna, il prodotto non c’è
Mario Romor, dell’ESD, European Scuba Diving, da anni attivo in Sardegna come professionista nella formazione degli istruttori di diving spiega che la Sardegna ha un grande appeal per la presenza delle aree marine protette, ma che il prodotto diving ancora non esiste.
“C’è ancora tanto da fare per creare un prodotto diving Sardegna e promuoverlo insieme. Tipicamente alle fiere che contano le scuole di diving si promuovono separatamente”, spiega Romor.
Leggi l’intervista completa a Mario Romor.
Se ti sei perso questa puntata di AperiTurismo sul Turismo attivo, puoi rivederla in questo video:
*Immagine di copertina: Credits to Chiemgau Biking on Flickr, distribuita con licenza CC BY-ND 2.0