Bicchiere di vino

Esiste il turismo enogastronomico in Sardegna?

Un approfondimento sul turismo enogastronomico e turismo del vino in Sardegna sui dati di riferimento.
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L’attenta analisi di questi dati ci fa capire che c’è un forte impatto del turismo enogastronomico in particolare in Italia e una certa offerta anche in Sardegna. Sebbene l’isola debba ancora ricercare un suo modello e una sua formula, inizia a coinvolgere e interessare con la sua proposta sul turismo del vino. Ma la strada è ancora lunga…

Alcuni dati sul turismo enogastronomico in Italia

Ma andiamo più a fondo. Cosa sappiamo del turismo enogastronomico in Italia? Gli studi a cui ci riferiamo riguardano il primo rapporto sul turismo enogastronomico della World Food Association e Università di Bergamo del 2018, a cura della ricercatrice Roberta Garibaldi e ad alcuni studi condotti da Isnart-Unioncamere.

Incrociando i due studi:

  •  Si stima che nel 2017 il giro d’affari enogastronomico in Italia abbia superato i 12 miliardi di spesa (15% del totale della spesa turistica), di cui 2,5 miliardi spesi in enoturismo (la metà dei valori dell’export stesso del vino), con complessive 110 milioni di presenze con motivazione food (25% del totale);
  • Le motivazioni food nella scelta del viaggio riguardano un italiano su quattro e uno straniero su tre;
  • I turisti enogastronomici sono il 43% provenienti dall’Italia e il 57% stranieri
  • Nel 2018 è stato registrato che il 13% dei turisti compie degustazioni, l’8,6% compra prodotti enogastronomici e artigianali, e il 6,6% partecipa ad eventi.

Degustazioni in Sardegna, il gap nell’acquisto

Esiste però un gap tra desideri e realtà, tra degustazione e acquisto dei prodotti.

Infatti nel 2018 si è registrato che, come vediamo dall’immagine sottostante, in Sardegna e comunque nel resto d’Italia, i turisti sono abbastanza propensi nella degustazione dei prodotti locali, ma la maggior parte si ferma proprio alla degustazione. Infatti i turisti che acquistano i prodotti tipici che spesso hanno precedentemente degustato, sono veramente una percentuale molto bassa. In Sardegna, il dislivello minore si nota nel nord est Sardegna, dove, alle degustazioni, i visitatori sono più predisposti all’acquisto. Mentre il gap più ampio tra degustazione e acquisto del prodotto si osserva nel nord ovest della Sardegna.

Il gap tra il "vorrei" e il "compro". La maggior parte dei turisti degusta i prodotti i prodotti locali, ma solo pochi li acquistano in seguito.
Il gap tra il “vorrei” e il “compro”. La maggior parte dei turisti degusta i prodotti i prodotti locali, ma solo pochi li acquistano in seguito. Rielaborazione de Il Sole 24 Ore su dati Isnart Unioncamere.

Nel 2016 la Banca d’Italia ha riportato che solo il 9% dei turisti stranieri indica il food nelle motivazioni di viaggio in Sardegna. Il restante 74% sceglie la Sardegna per sole e mare e quindi parliamo di turismo balneare, mentre l’8% per cultura e arte.

Le motivazioni di viaggio dei turisti. La maggior parte sceglie la Sardegna per il mare e il sole, la parte restante per la cultura, l'arte e l'enogastronomia
Le motivazioni di viaggio dei turisti. La maggior parte sceglie la Sardegna per il mare e il sole, la parte restante per la cultura, l’arte e l’enogastronomia | Rielaborazione Cresme su Dati della Banca d’Italia e Centro Studi Union Camere Emilia Romagna su dati Banca d’Italia

L’offerta turistica enogastronomica in Sardegna

Adesso diamo un’occhiata all’offerta turistica/enogastronomica in Sardegna. Cosa sappiamo?

  • Tra il 2017 e il 2018 si sono contati un totale di 5358 ristoranti in Sardegna, di cui solamente 2 sono stellati – saliti a 3 nel 2018 – questo rende difficile lo sviluppo del taste tourism (vedi precedente articolo sul tema);
  • L’offerta agrituristica tradizionale perde appeal:  infatti, su 595 agriturismi sardi, c’è stata una variazione negativa della ristorazione del 7% nel 2016 rispetto all’anno precedente, e una variazione negativa riguardante l’ospitalità YoY del 3%, secondo i dati Istat;
  • Le sagre e gli eventi food in Sardegna sono 383, tra quelli segnalati nei vari siti di promozione, ma probabilmente molti di più, praticamente esiste un rapporto 1:1 tra sagra e paese/città, contando la Sardegna 377 comuni;
  • C’è poca innovazione su food tourism e la Sardegna non compare nelle classifiche Invitalia di accesso ai fondi per start up del food.

Come abbiamo appena visto, l’offerta agrituristica sarda perde appeal, tanto che l’Istat nel 2016 ha rilevato una scarsa diversificazione dell’offerta diversamente dai trend nazionali. Vi è inoltre un sbilanciamento nella ristorazione (42 mila posti a sedere su 1 milione e 600 mila abitanti, secondi solo a Veneto che ha invece una popolazione di 4.9 milioni). È così che il modello agrituristico sardo è in trasformazione, causando una perdita di appeal della ristorazione tipica.

Tutto ciò deriva dal fatto che manchi una rete di pianificazione e promozione top-down. 


A livello di distribuzione online del turismo enogastronomico, la Sardegna propone degustazioni in cantina abbinate al formaggio, pane e pasta tipica e cooking class, che sono attività spendibili tutto l’anno e più rintracciabili. Ci sono poi delle attività più specifiche che suscitano un po’ più di interesse e più sporadici su cui si dovrebbe puntare di più, come l’archeologia abbinata ad assaggi, la pesca accompagnata da assaggi o spuntini in barca.

La Sardegna ha inoltre una commercializzazione dei tour e delle experience molto debole, infatti come mostra la tabella, si trova nelle ultime posizioni:

Analisi distribuzione dei prodotti turistici enogastronomici sardi nei principali siti di viaggio | Giulia Eremita| Aperiturismo

Produzione di vino e wine tourism in Sardegna

Se ci spostiamo sul versante specifico del prodotto vino e delle cantine come luoghi (leggi anche l’articolo con gli esperti) troviamo una maggiore propensione all’accoglienza.

Intanto i numeri generali. Nel 2017 il valore di produzione del vino mondiale è stato di 73 Mld/€ con 253 mln/hl di vino prodotti. L’Italia contribuisce al 16% in vdp, valore di produzione (12.2 mld/€, 6mld in export) e il 17% nella produzione mondiale di vino /43,8 mln/h).  La Sardegna contribuisce nella produzione di vino nazionale all’1% (46 mila/hl) e conta lo 0,4% su export Italia. Le regioni top per produzione secondo stime, nel 2018 sono la Puglia, il Veneto e la Sicilia, che rappresentano il 65% sul totale dell’Italia, mentre per export abbiamo sempre il Veneto, il Piemonte e la Toscana.

Nonostante la Sardegna non sia in cima alle classifiche e per produzione che per export, tra i vini italiani e relativa awareness delle etichette, presenta un’offerta di accoglienza in cantina abbastanza variegata.

Vini in esposizione delle Cantine argiolas
“Bouquet” di vini e mirto delle Cantine Argiolas di Serdiana – Foto di Piero Zanarini (CC BY 2.0)

Vi sono una scelta di esperienze riguardanti il wine, come visite in cantina, tour/guide, Hotel/Resort gourmet o wine, festival b2b e eventi b2c.


Ora proponiamo alcuni dati di un campione di cantine sarde rilevate nel digitale, aggiornate a Novembre 2018:

  • Ci sono più di 140 cantine/aziende vinicole listate nei vari siti di riferimento (zoomvino, bereilvino…), ma se ne contano più di 300 (anche se non esiste un registro ufficiale);
  • L’80% di queste ha un sito web;
  • Il 24% di queste non è su Google Maps;
  • Il 52% ha un sito solo in italiano, mentre il 48% ha un sito almeno in inglese;
  • Solo il 14% ha un sito in più lingue;
  • Il 25% offre degustazioni;
  • Il 49% di chi offre degustazioni non specifica come prenotare;
  • L’80% di chi offre degustazioni non dà informazioni sul prezzo;
  • Solo l’11% offre anche ospitalità (1% sul totale in Italia).

In conclusione possiamo ben dire che la Sardegna presenta sia dei limiti che delle opportunità legate al digital wine tourism e in generale al turismo enogastronomico. I limiti sono certamente legati all’insularità, che non la rende facilmente accessibile per viaggi brevi, tipici di questo segmento turistico, e la scarsa propensione all’accoglienza (prodotto ancora immaturo) e alla comunicazione dell’accoglienza delle cantine sarde. I social, benché usati da tutte le cantine (Instagram in testa, segue Facebook), sono dedicati interamente alla comunicazione dell’attività in vigna e delle novità di prodotti, manca di base una comunicazione con il possibile ospite.

Un vigneto in Sardegna | Foto di Aurelio Candido su Flikr  “_MG9875” (CC BY-NC-SA 2.0)

Naturalmente una grande opportunità per l’ospitalità del vino in Sardegna è rappresentato dal fatto che l’Isola abbia tanti valori aggiunti utili per caratterizzare l’offerta e renderci più visibili. Questi sono sicuramente la sostenibilità e le produzioni biologiche, i vigneti sul mare o delle aree archeologiche che rappresentano appieno quelli che sono i scenari caratterizzanti della nostra terra, le nicchie di mercato e infine il driver del balneare che può essere un’occasione di acculturamento in food & wine sulla cultura e tradizioni legate al territorio e alla terra.

I punti chiave relativi all’enogastronomia in Sardegna

  • La Sardegna non è solo mare, ma può e deve puntare anche sul turismo gastronomico e enogastronomico;
  • Il territorio Sardo è ricco di prodotti genuini e ricercati, perfetti per creare un’offerta gastronomica adatta a nicchie specifiche;
  • È importante unire la tradizione e l’innovazione;
  • Le potenzialità della Sardegna sono purtroppo sottovalutate dagli italiani e dagli stessi sardi;
  • La condivisione delle esperienze e testimonianze degli intervistati, sono molto utili per capire cosa è stato già fatto e cosa si può ancora fare per migliorare la posizione della Sardegna rispetto al tema trattato.
Analisi Swot sul turismo enogastronomico in Sardegna in occasione di AperiTurismo Sabores
Analisi Swot sul turismo enogastronomico in Sardegna in occasione di AperiTurismo Sabores

Ti sei perso questa introduzione sul turismo gastronomico in Sardegna di AperiTurismo, a cura di Giulia Eremita?

Nessun problema! Riavvolgi il nastro qui sotto:

Introduzione al Turismo enogastronomico in Italia | Giulia Eremita | AperiTurismo
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