Se da una parte le imprese alberghiere sarde, per le necessità di mercato o virtù, hanno scelto di specializzarsi in target specifici e di avviare importanti fase di rinnovo del proprio prodotto, lo stesso è successo per alcune destinazioni turistiche in Sardegna, soprattutto costiere. Con alcune di queste abbiamo cercato di capire come si sta evolvendo il loro turismo.
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Target: è importante rinnovarsi
Il restyling più evidente degli ultimi anni tra le destinazioni turistiche in Sardegna l’ha fatto il comune di Golfo Aranci che, da tranquillo paese marinaro e portuale di poco più di duemila abitanti, si è trasformato in una meta della movida del nord est Sardegna con un target soprattutto di giovani.
Catalizzatore di questo cambiamento è stato il Gamf, festival internazionale dei Dj, alla sua quinta edizione. Un intero comune che ha cambiato il suo mood, a partire dagli stessi abitanti.
“Il passaggio è stato piuttosto traumatico – racconta Luigi Romano, referente del turismo del comune gallurese – come spesso capita nei comuni costieri che si affacciano improvvisamente al turismo e devono abbracciare la mentalità dell’accoglienza. Dopo tanti incontri per decidere che direzione prendere e coinvolgendo gli stessi golfarancini in prima persona, si sono iniziati a vedere risultati tangibili nelle economie locali e la gente ha iniziato a crederci e ad abbracciare il cambiamento”.
E’ stato molto difficile convincere i residenti al turismo dei giovani. Come tanti comuni costieri in Sardegna, Golfo Aranci proveniva da un’altra realtà. Solo 20 anni fa mio padre metteva sotto casa la sua sedia per non fare parcheggiare i turisti. Il processo di cambiamento è stato lungo e faticoso.
Luigi Romano, comune di Golfo Aranci
Il mercato che si evolve
Anche ad Orosei, comune di poco più di 7000 abitanti, della costa orientale sarda, oggi 3° comune turistico per numero di presenze in Sardegna (800 mila all’anno), ha assistito ad un rilevante cambiamento di target.
“Negli anni abbiamo perso completamente il turismo di fascia medio bassa per via della crisi, della difficoltà nei trasporti – testimonia Giovanni Vardeu, assessore al turismo del comune – e guadagnato un turismo di fascia alta e sempre più straniero, come nel trend generale. Il nostro è chiaramente un target di famiglie, rappresentato dal 70% dei nostri ospiti”. Da qui l’esigenza “di conservare lo spirito autentico del paese e rendere accessibili le realtà del luogo tra tradizioni, folklore e gastronomia locale, attrezzandoci di diversi punti di accoglienza e costruendo eventi ed itinerari”. (Leggi l’intervista)
Tra i grandi comuni turistici che hanno affrontato un evidente decennio di cambiamenti, evidenziamo quello di Arzachena, primo comune turistico in Sardegna per presenze. Paolo Manca, vicepresidente del Consorzio Arzachena-Costa Smeralda, spiega: “troppo spesso si pensa ad una Costa Smeralda glamour, in verità il 75% degli ospiti sono famiglie; il lusso è una vetrina che ci serve, ma incide meno e i 4* family sono il nostro punto di forza (vedi approfondimento sull’offerta turistica in Sardegna), per quanto certamente migliorabile”.
Per Manca “questa è una nuova fase in cui possiamo decidere che turismo vogliamo avere”. La ricetta è quella di “lavorare sulle sfumature” di chi vuole venire in Sardegna anche per cose diverse e “creare quindi prodotti aggregati al mare, ma non alternativi”. A riprova di questo, Paolo conferma che “le ultime iniziative imprenditoriali in Gallura non sono sul mare, ma si sono spostate nell’entroterra costiero per un turismo che vuole vivere nella natura e nei silenzi”.
E per una destinazione che si rinnova, un’altra che emerge: Cagliari. “Rispetto a tutti gli altri comuni costieri della costa sud, Cagliari ha una curva di presenze molto più morbida senza gli stessi picchi stagionali delle mete balneari (tra cui il comune di Muravera-Costa Rei in testa), la città già votata al business travel è diventata turistica da qualche anno grazie ai low cost – dice Martino Di Martino del Consorzio Costa Sud, ma avverte – il tipo di presenze di una destinazione è fortemente condizionato dal tipo di struttura, dalle capacità, dai collegamenti, dalla storia del suo mercato di provenienza. Generalizzare sui target di una meta è sempre sbagliato”.
Uno share importante nella costa meridionale lo riveste inoltre il turismo interno, con l’8% delle presenze sarde “a riprova che non bisogna essere biondi per generare turismo locale – continua Di Martino – e alcuni alberghi l’hanno capito creando pacchetti ad hoc benessere o simili destinati ai residenti nei mesi spalla”.
Non sempre è facile individuare il target
Altre mete costiere attraggono, ma non accolgono. Di conseguenza rilevare un target preciso diventa difficile.
È il caso di Cabras (34 mila presenze l’anno), “attrattore culturale e ambientale importante (grazie all’area marina protetta di Cabras, Tharros e Mont’e Prama) ma che non genera presenze ma prevalentemente passaggi in giornata e brevi escursioni. Alessandro Murana, assessore al turismo del comune di Cabras, racconta che le cause sono i pochi posti letto disponibili, e anche perché l’offerta, nata in modo spontaneo, non è ancora aggregata e professionale. La chiave del successo potrebbe risiedere nei temi centrali del territorio: mare e ittiturismo, ambiente e cultura.
Giuseppe Melis, professore di marketing associato dell’Università di Cagliari, sottolinea tre aspetti: l’importanza di lavorare sulla qualità dell’offerta per stimolare la domanda sul lungo termine, di trovare una sintesi nei diversi processi di apprendimento e accedere in tempo utile ai dati turistici di tendenza.
“Osserviamo una dinamica positiva di crescita su tutti i fronti, se la dovessimo rappresentare graficamente avremmo una curva di apprendimento che è passata da una fase di inconsapevolezza ad un apprendimento di tante informazioni in modo eterogeneo, ad un momento di confusione. Successivamente ci sarà una curva di discesa in cui si capirà meglio cosa si apprende”
Una moltitudine di imprenditori stanno trovando la strada giusta e il successivo step sarà quello del passaggio da tante isole che si sono mosse in modo individuale alla sintesi, superando l’idea che noi sardi non possiamo fare squadra.
Giuseppe Melis, professore Associato in Marketing, Università di Cagliari
Riavvolgi il nastro della puntata di AperiTurismo dedicata ai target del balneare in Sardegna con alcune destinazioni turistiche in Sardegna a confronto: