In questo articolo proponiamo una riflessione sulla tipicità in Sardegna. Come può essere distintivo e riconoscibile il vero e proprio valore aggiunto per chi sceglie di fare le vacanze nell’Isola? Difficile rispondere a questa domanda, proprio perché ognuno di noi ha una propria idea di tipicità rispettivamente alla nostra Isola.
La Sardegna, come ben sappiamo è conosciuta fondamentalmente per i colori del suo mare e per le sue spiagge, e purtroppo non viene data la giusta importanza a quelle che sono le altre sue tipicità e la sua accoglienza.
Ma questo è dovuto al fatto che il mare è talmente predominante che mette in ombra tutto il resto. Può anche essere dovuto ad uno sfasamento tra quello che comunichiamo come tipico, il “sentire comune e la mission condivisa” e quello che gli ospiti percepiscono come tale, distintivo e attraente? Oppure semplicemente perché non riusciamo a comunicare correttamente i valori identitari più specifici? Scopriamolo insieme nell’intervento di Tiziana Tirelli, consulente turistica, che ha messo in luce pregi e difetti della tipica accoglienza isolana.
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Turismo identitario in Sardegna, cosa sappiamo?
L’identità è spesso collegata alla parte più rurale della Sardegna, ma se andiamo ad esaminare la distribuzione dei posti letto, vediamo che la concentrazione più alta è sulle coste. E questo è il primo dato di fatto. Se prendiamo un prodotto specifico come i borghi, nella tabella sottostante, vediamo che la concentrazione più alta è sempre e solo nei borghi marinari, a testimonianza del fatto che l’attrattore turistico principale resta sempre e solo il mare.
L’accoglienza in Sardegna potrebbe assumere tantissime forme poli-sensoriali – considerata proprio la scarsa antropizzazione e pressione turistica limitata solo ad alcuni mesi -, per far sì che possa venir offerta un’esperienza unica e speciale ai propri turisti. In confronto, infatti, ad isole più affollate (vedi il confronto con le Isole Baleari) dove aspetti come l’identità sono più marginalizzati, la Sardegna offre ampi spazi di scoperta e meditazione, dove il fattore umano continua a fare la differenza e continua ad essere determinante nel modello di accoglienza.
Negli archetipi dell’accoglienza sarda si trovano modelli differenti, lo lasceremo raccontare ai nostri artisti.
Tiziana Tirelli, consulente turistico | AperiTurismo sulla tipicità nel turismo
La tipicità e il turismo identitario in Sardegna
Il fulcro principale dell’accoglienza in Sardegna è indubbiamente il fattore umano. Questo può creare dei modelli di ospitalità tipici folkloristici sicuramente identitari. Il turismo identitario in Sardegna emergerà, secondo Tirelli, quando inizieremo ad accettare le nostre contraddizioni (cit. Antonio Fadda).
Tra tutte le contraddizioni, ad esempio, quella del “sos istranzos” (gli stranieri) che accogliamo, ma che poi classifichiamo automaticamente come “sos turistas” (i turisti), ovvero coloro che devono pagare. Non è sbagliato, ma dobbiamo capire, cosa gli stiamo dando esattamente in cambio?
Tiziana Tirelli, consulente turistica
Secondo la Tirelli, spesso atteggiamenti e ragionamenti del sistema turistico si scontrano con una realtà delle cose diversa, e prenderne atto porterebbe ad un’evoluzione del modello di offerta e di accoglienza tipica.
Il mare è e resta il driver di una vacanza in Sardegna. Il folklore “identificativo sempre in uno spazio rurale”, invece, non sembra generare flusso. Tuttavia sempre più persone decidono di venire addirittura a vivere in Sardegna per godersi “spazi e silenzi”.
Qualcosa sta cambiando?
Se ti sei perso l’introduzione di Tiziana Tirelli al tema della Tipicità in Sardegna come attrattore turistico, puoi rivedere la puntata qui sotto:
Foto copertina: un pinnetto di Is Cheas, San Vero Milis
2 commento
Hei Arianna, good job! Non avrei potuto sintetizzare meglio il mio pensiero. Tiz
Ciao Tiziana, grazie mille è stato un piacere
A.