In Sardegna sono presenti alcune cantine che lavorano per favorire la crescita del wine tourism e il vino è l’attrattore principale di una vacanza enogastronomica. La Sardegna, con oltre 300 cantine, la gran parte di piccole dimensioni, rappresenta un terreno molto fertile per il turismo del vino. Chi ha già scommesso sul settore, sta raggiungendo risultati piuttosto incoraggianti.
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Cantine Argiolas, aperti tutto l’anno all’accoglienza
Le cantine Argiolas, ad esempio, sono aperte tutto l’anno e hanno iniziano a fare accoglienza dal 2005. Oggi contano circa 10.000 visitatori l’anno. I gruppi che visitano la cantina provengono per il 10% dalla Sardegna, il 4% dal resto d’Italia e l’86% dall’estero. I visitatori individuali, invece sono il 9% sardi, il 28% italiani e il 63% stranieri. L’incidenza delle visite delle cantine sul fatturato complessivo è però dell’1%. Percentuale che, però, guardando al fatturato complessivo (16,7 milioni di euro nel 2017 e il 38% di export), il più importante in Sardegna, pesa e non tiene conto di tutte le vendite dirette ed indirette generate dall’accoglienza in cantina.
Per incentivare l’offerta turistica della Cantina Argiolas sono state sviluppati spazi aziendali fino ad arrivare alla struttura vera e propria di un settore dedicato a questa specifica attività, rivolta sia agli enoturisti che ai clienti del settore commerciale.
“I luoghi dedicati all’accoglienza in cantina, lo studio costante delle nostre proposte turistiche, l’individuazione del personale da dedicare a questa attività, la scelta dei partner, i rapporti con le agenzie, le relazioni con il territorio, la comunicazione, gli standard di qualità, questi ed altri fattori contribuiscono tutti insieme a sostenere e promuovere il sistema di accoglienza della cantina stessa” afferma Giulia Annis, hospitality manager delle Cantine Argiolas.
La struttura offre la visita in cantina con degustazione, che è l’attività più richiesta, ma vengono proposti anche itinerari tra i vigneti, lezioni di cucina, momenti conviviali ed eventi.
Le visite guidate nella Cantina Argiolas
Il percorso nelle Cantine Argiolas comporta tanta organizzazione, preparazione e tempo. Una visita dura circa 45 minuti e si è sempre accompagnati da una guida. La cantina è aperta sia ai gruppi di visitatori, sia ai singoli. La fascia d’età più rappresentata è compresa tra i 30 anni, mentre la fascia d’età più giovane è tra i 20 e i 30 anni. Nella metà dei casi sono enoturisti, ovvero persone che regolarmente durante le proprie vacanze inseriscono una visita in cantina.
Sono tanti i visitatori che arrivano nella Cantina Argiolas spinti dalla curiosità di conoscere l’azienda e i luoghi dove nascono i vini che hanno scoperto e amato nei loro paesi di origine o durante le vacanze in Sardegna. Cercano pertanto un’esperienza di approfondimento. Inoltre si è riscontrato che i visitatori esperti della Cantina sono sempre più in aumento. Ogni visitatore che sceglie una degustazione o comunque un percorso, compra i prodotti della cantina che ha degustato. “Per questo è molto importante fidelizzare il cliente stesso, investendo in esperienze e proposte nuove”, rimarca Annis.
Il percorso nelle Cantine Argiolas comporta tanta organizzazione, preparazione e tempo. Una visita dura circa 45 minuti, dal sito viene organizzata in slot per fasce orarie e si è sempre accompagnati da una guida che cerca, già dalle informazioni raccolte in fase di prenotazione, di adattare la visita al tipo di pubblico.
Leggi l’intervista completa a Giulia Annis, hospitality manager delle Cantine Argiolas.
Il Wine tourism con Sardegna Bella e Buona
Anche Anna Maria Fara, guida turistica specializzata in wine & food tours in Sardegna e Somelier, con la sua attività di tour nelle vigne Sardegna Bella e Buona (vedi il sito), da 6 anni segue in prima linea il settore. Anna Maria ha condiviso il suo punto di vista in base alle sue esperienze. Sardegna Bella e Buona è aperta quasi tutto l’anno e lavora anche con gruppi scolastici.
Col suo lavoro ha constatato che il turismo del vino ha vari livelli, c’è il turista che sa tutto e quello che non sa nulla. Già nella fase di prenotazione si può capire che tipo di persone verranno a visitare la cantina, in questo modo si creano dei gruppi a seconda delle conoscenze in materia dei visitatori, in modo tale che la visita sia più equilibrata e interessante. Non è facile trovare un gruppo di lavoro perché bisogna reclutare persone che conoscano il vino, che siano appassionate e che abbiano capacità di narrazione.
La figura di guida è per questo molto importante, racconta tutto e trasmette la passione anche al visitatore.
Leggi l’esperienza di Anna Maria Fara di Sardegna Bella e Buona in questa intervista.
Le persone chiedono sempre esperienze nuove che ancora non hanno visto fuori. Si può sicuramente lavorare sulla situazione della Sardegna, infatti “non ci deve spaventare il fatto che ci siano delle regioni più sviluppate in materia di turismo enogastronomico, perché se andiamo a vedere, nel digitale c’è ancora tantissimo lavoro da fare” afferma Giulia Eremita, moderatrice di questo panel sul Wine Tourism in Sardegna.
L’offerta di wine tourism nel web
Marco Cadoni è il fondatore di Touriswine, il tour operator specializzato nella gestione di viaggi legati al mondo dell’enogastronomia con sede a Roma. Marco, con questo progetto,ha coniugato la passione per il vino per il quale continua a studiare come sommelier con i suoi studi in marketing e digitale.
L’offerta in Sardegna è ben poca e ci sono moltissime nicchie di mercato in cui potersi inserire e che si potrebbero sviluppare. Il problema maggiore è che manca un po’ di preparazione, soprattutto da parte degli operatori.
Marco Cadoni, Tourismwine
Tra le criticità rilevate in un paio di anni di attività, quello di sviluppare un’offerta convincente, fuori dalla stagione. Ad esempio, rileva Marco che nel Nord Sardegna c’è un’offerta troppo dipendente dal mare. E questo è un problema maggiore rispetto alla nota frammentazione di prodotto che fa apparire l’offerta di tour nelle cantine disaggregata, senza il supporto commerciale di strade, consorzi, hotel e territori più in generale.
Per Cadoni, mettere assieme l’offerta non è stato difficile, la parte più complicata è convincere chi acquista i pacchetti realizzati da Marco, a non andare al mare. Bisogna far scoprire i territori situati all’interno della Sardegna, magari accompagnandoli con visite alle spiagge più vicine.
“Le realtà italiane più organizzate nell’enoturismo – dice Marco – sono il Piemonte e soprattutto la Toscana, che ha un senso di ospitalità molto avanzato, infatti tutte le cantine sono attrezzatissime e offrono tanti tipi di percorsi diversi e non solo degustazione”.
Diversificando di più l’offerta si può arrivare a target diversi.
Leggi l’intervista a Marco Cadoni e sulla commercializzazione online del turismo del vino.
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Foto copertina: Tour tra i vigneti delle cantine Argiolas – Wine Tourism in Sardegna