La Sardegna e l’Arcipelago delle Azzorre sono due destinazioni turistiche che si prestano per un confronto riguardo alla sostenibilità dei loro fenomeni turistici.
Infatti, i territori presentano caratteristiche simili: sono entrambi insulari e negli ultimi anni hanno puntato sul turismo quale settore sul quale riporre maggiore fiducia per un incremento del PIL e della redditività in generale.
Le politiche pubbliche in entrambi le destinazioni hanno quindi dovuto confrontarsi e regolamentare il fenomeno turistico, mentre lo sfruttamento delle risorse naturali e immateriali ha portato all’attenzione anche il tema della sostenibilità.
La sostenibilità di una destinazione si misura nelle sue componenti economica, sociale ed ambientale (ne avevamo parlato anche precedentemente in questo mio post). Un buon metodo per capire quali le condizioni di partenza di una destinazione sul tema della sostenibilità sugli indici più facilmente confrontabili come pressione turistica o tutela e protezione del suolo, è quello di fare un benchmark con destinazioni similari. Mi sono chiesta quindi, in occasione della mia tesi qualche tempo fa, quale destinazione tra Azzorre e Sardegna fosse più sostenibile sulla base di alcuni parametri di partenza.
Scopriamolo insieme e buon viaggio!
Indice dei Contenuti
I territori
L’Arcipelago delle Azzorre, amministrativamente Regione Autonoma delle Azzorre, si trova nell’Oceano Atlantico settentrionale, al largo della penisola iberica, a circa 1.500 km dall’Europa. Composto da nove piccole isole, sparse su un’estensione di 600 km, l’arcipelago ha una superficie totale di 2.330 km2 ed una popolazione approssimativa di 242.000 abitanti, secondo i censimenti relativi al 2001 (SREA, 2002a). La lontananza geografica dalla Nazione di appartenenza accentua l’isolamento, anche se tutte le isole sono collegate da un trasporto marittimo e aereo regolare, con dieci porti commerciali e nove aeroporti e aerodromi regionali.
Le isole Azzorre sono di origine vulcanica, con rilievo collinare; l’abbondanza e la diversità delle risorse naturali endogene consentono l’offerta di prodotti turistici tematici legati alla natura, al vulcanismo, alla campagna e al mare. Inoltre, la ricchezza del suo patrimonio storico, architettonico e culturale, permette anche lo sviluppo di un prodotto per il turismo culturale.
La Sardegna è un territorio che si caratterizza per la bellezza della natura e per l’elevata vocazione turistica. È importante comprendere come questi due aspetti si possano conciliare. Di fatto, così come evidenziato per le Azzorre, anche il territorio sardo è poco antropizzato. Il turismo con maggior impatto è concentrato sulle coste, in particolar modo nella costa Nord Est dell’isola.
Oggi si sta lavorando per una proposta diversa e più orientata ad un turismo sostenibile in Sardegna di quanto non lo fosse nemmeno qualche decennio fa, con una stagione più lunga che approfitta delle ottime condizioni climatiche e ampliando il balneare all’esperienza naturale e culturale (archeologia, storia, artigianato, architettura antica, moderna e contemporanea, ma anche i percorsi enogastronomici).
Gli indicatori della sostenibilità turistica
Per stabilire il grado di sostenibilità delle due regioni, verranno utilizzati degli indicatori appartenenti al gruppo ETIS e alcuni selezionati dal sistema di indicatori utilizzati nello studio affrontato da Blancas, Lozano-Oyola e Gonzaléz nel 2015 sulla sostenibilità Europea.
I dati utilizzati per l’analisi sono quelli pubblicati per le Azzorre, da Estatistica dos Açores (SREA), e dall’Instituto Nacional de Estatìstica (INE), mentre per valutare il turismo sostenibile in Sardegna abbiamo usato i parametri pubblicati da Sardegna Statistiche e da ISTAT Italia.
I risultati
Dimensione Economica
Per valutare l’impatto del turismo sull’economia delle destinazioni si è fatto riferimento ai seguenti indicatori:
- Numero totale degli arrivi e presenze – Permanenza media
- Rapporto tra turisti di bassa e alta stagione
Arrivi e presenze turistiche
Di seguito, il grafico con i dati relativi agli arrivi e presenze turistiche, per l’anno 2018, delle Isole Azzorre e della Sardegna:
Gli arrivi in Sardegna registrano numeri nettamente superiori, dovuti sicuramente al nome che ha la Sardegna sul mercato turistico. È infatti una meta più conosciuta e accessibile, e gode di fama già a partire dagli anni ’80. Le Azzorre invece, nuove nel mondo del Turismo, hanno numeri decisamente più bassi, ma che crescono anno dopo anno in maniera esponenziale (SREA, 2018).
Se si osservano i dati sulle presenze e conseguentemente sulla permanenza media, quelli relativi alla Sardegna registrano un 4.7 (Sardegna Statistiche, 2018), mentre per le Azzorre abbiamo un 3.1 (SREA, 2018), come evidenziato nel prossimo grafico:
Rapporto tra turisti di alta e di bassa stagione
Per l’analisi del prossimo indicatore, cioè quello sul rapporto tra turisti di bassa e alta stagione, sarà utile definire questi periodi. In Sardegna si considera alta stagione il periodo che va da giugno a settembre, mentre per le Azzorre l’alta stagione inizia a maggio e finisce a settembre.
Vediamo qual è l’andamento degli arrivi turistici in Sardegna durante l’anno:
Notiamo chiaramente un picco molto marcato degli arrivi in alta stagione: ciò è dovuto all’assoluta prevalenza del prodotto turistico balneare sugli altri precedentemente indicati. Abbiamo in altre parole un forte fenomeno di stagionalità turistica.
Nel prossimo grafico invece vogliamo mostrare il fenomeno della stagionalità in Sardegna in un modo diverso, cioé attraverso il confronto tra il numero di arrivi in bassa stagione e quelli di alta stagione.
Calcolando il rapporto tra gli arrivi di bassa e alta stagione si ottiene un valore di 0,42. Tale valore evidenzia una differenza significativa tra i due periodi considerati e conferma quanto affermato finora.
Se analizziamo gli arrivi turistici delle Azzorre si nota che vi è un andamento più lineare rispetto agli arrivi in Sardegna, ma anche in questo caso si nota una forte differenza tra il periodo di alta e bassa stagione:
Il rapporto tra arrivi in bassa stagione e arrivi in alta stagione per le Azzorre ci dà un risultato pari a 0,65. Questo dato definisce il persistere di una differenza degli arrivi nell’arco dell’anno, ma va precisato che questo valore è più vicino all’1 (assenza di stagionalità).
Dimensione Sociale
Gli indicatori utilizzati per valutare l’impatto del turismo sulla popolazione locale sono riassunti come segue:
- N. dei posti letto nelle strutture ricettive per 100 abitanti;
- N. di turisti ogni 100 abitanti
Numero di posti letto ogni 100 abitanti
Vediamo i risultati relativi al primo indice:
In seguito all’analisi sopra riportata, siamo in grado di percepire un più alto livello di capacità ricettiva nelle Azzorre, in proporzione alla popolazione residente.
Numero di turisti ogni 100 abitanti
In tabella vediamo i risultati relativi al secondo indice considerato:
Possiamo notare che sebbene la popolazione della Sardegna sia superiore a quella delle Azzorre, per queste ultime il numero di turisti per 100 abitanti è più elevato. Questo potrebbe far presupporre un forte impatto sulla popolazione locale nell’arcipelago lusitano, che secondo i principi della sostenibilità sociale dovrebbe ricevere più vantaggi che svantaggi dal fenomeno turistico.
Dimensione Ambientale
Si valuta infine, la dimensione ambientale, tramite due importanti indicatori, che indicano la protezione degli ecosistemi e la pressione turistica sul territorio:
- % della superficie considerata area naturale protetta
- Intensità di utilizzo turistico (Turisti/km2)
La diffusione delle aree protette
Le aree naturali protette della Sardegna comprendono 2 parchi nazionali, 4 parchi naturali regionali, 5 aree marine protette, circa 30 monumenti naturali, circa 130 siti Natura 2000 e 8 aree del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna. A queste si aggiungono l’area del Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu, non ancora operativo, e 3 oasi WWF che, pur non essendo vere e proprie aree naturali protette, assolvono comunque ad un ruolo simile. Inoltre, è prossima all’istituzione una sesta area marina protetta, quella di Capo Testa – Punta Falcone, poco distante dal Parco Nazionale di La Maddalena (sardegnanatura.com, 2019).
Secondo i dati riportati da Sardegna Statistiche (2016), le zone a protezione speciale in Sardegna sono il 12,3% della totalità del territorio.
Se osserviamo poi i dati riportati da SREA (2017) per le Isole Azzorre, la superficie sottoposta a protezione speciale è del 24,2%. I dati forniscono inoltre informazioni relative alle zone balneari con bandiera blu, che sono il 49% del totale. La realtà mostrata da queste percentuali evidenzia la grande sostenibilità ambientale dell’Arcipelago portoghese, con quasi la metà delle coste nominate nel programma Bandiera Blu, e con una buona percentuale di territorio sotto protezione naturalistica.
L’utilizzo turistico del territorio
Analizziamo ora invece, i dati relativi all’impatto turistico sul territorio delle due Regioni:
Se consideriamo i dati relativi agli arrivi del 2018, forniti da Istat Sardegna, possiamo dire che l’indice di intensità di utilizzo mostra un numero che è nettamente inferiore a quello delle Azzorre, nonostante queste ultime siano di superficie molto meno estese. Questo dato riporta un basso utilizzo del territorio in Sardegna e per contro un eccessivo utilizzo da parte delle Azzorre, che negli ultimi anni hanno sviluppato notevolmente la loro offerta.
Chi è più sostenibile?
I risultati relativi allo studio della sostenibilità delle due regioni, Sardegna e Azzorre, hanno sottolineato alcune differenze in termini di impatto ambientale, sociale ed economico.
Gli elementi da migliorare sono molteplici e in questa analisi non sono stati analizzati, per entrambe le Regioni, molteplici dati, a causa di informazioni mancanti o dati obsoleti nei database regionali.
Possiamo dunque, utilizzando i risultati ottenuti nel nostro studio, oppure andando ancora più a fondo, con nuovi indici, stabilire quale delle due destinazioni sia più sostenibile?
In realtà no, perché, come ci spiega Antonio Pezzano nella sua intervista ad Aperiturismo: Sostenibilità nel turismo, tra narrazione e realtà, la sostenibilità non è un concetto assoluto e semplice da quantificare, ma al contrario è formato da numerose componenti e misurato secondo tantissimi tipi di indici differenti. Oltretutto, questi indici non possono essere considerati universali ma devono essere sempre utilizzati in maniera critica a seconda del contesto che vanno ad analizzare.
Ciò che invece possiamo fare, andando oltre i numeri, è verificare cosa fanno in concreto questi due territori per rendere la loro offerta turistica davvero sostenibile: quali sono i progetti più importanti in atto?
La sostenibilità in Sardegna
La Sardegna ha messo in atto a livello regionale un progetto importante, denominato “Sardegna, un’isola sostenibile”, con lo scopo di sviluppare l’offerta turistica implementando diversi tipi di prodotti turistici coerenti con un’idea di turismo sostenibile.
Il progetto si realizzerà attraverso un bando di finanziamento alle imprese locali, un supporto alla realizzazione di reti turistiche con lo scopo di facilitare la commercializzazione dei prodotti-servizi e in questo modo aiutando il consolidamento dei nuovi prodotti turistici, e inoltre di creare un sistema di governance del settore turistico a livello sovra-locale.
Alcune iniziative importanti vengono poi dalla Fondazione MEDSEA. Questa organizzazione promuove attività e progetti con lo scopo di salvaguardare il nostro patrimonio culturale e naturale e favorirne la valorizzazione e la conoscenza, anche attraverso un turismo di tipo sostenibile.
Un’altra realtà interessante, anche per le grandi potenzialità turistiche, che potrebbe essere replicata in altre zone della Sardegna, è la Rete Ecoturismo Alghero.
Si tratta di una rete di operatori turistici che offrono diversi servizi, quali trasporto, alloggio, escursioni, ristorazione, e che insieme propongono ai turisti una vacanza all’insegna della sostenibilità e della responsabilità verso la natura del territorio, la sua popolazione e la sua cultura, attraverso la valorizzazione dei prodotti locali, l’utilizzo di mezzi di trasporto sostenibili e la certificazione dell’impegno di tutti questi operatori nel preservare il patrimonio naturale e culturale locale.
Infine vogliamo mettere in risalto il grande risultato ottenuto da Villasimius insieme all’Area Marina Protetta di Capo Carbonara, premiate nel 2018 nella Top 100 delle destinazioni sostenibili nel Mondo, da Green Destinations, organizzazione che si occupa di valutare la sostenibilità delle destinazioni turistiche. Villasimius è la prima – e al momento unica – destinazione sarda ad essere selezionata, come ci spiega Martina Catte nel suo articolo: Turismo e sostenibilità post-covid in Sardegna
La sostenibilità nelle Azzorre
Le Azzorre sono un territorio davvero incontaminato, dai tassi di inquinamento davvero bassissimi, anche grazie al largo utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. Si pone una grande attenzione al tema della sostenibilità, come testimoniano numerosi importanti progetti.
Uno dei capisaldi della sostenibilità è l’uso razionale delle risorse naturali, che permetta loro di riprodursi secondo i loro ritmi e quindi a noi di utilizzarle senza metterne in pericolo la sopravvivenza e la rigenerazione naturale.
IL PRAA, Piano Regionale per l’Acqua, disciplina proprio un utilizzo razionale dell’acqua, per garantire la valorizzazione, protezione e gestione equilibrata di questa fondamentale risorsa, soprattutto in un territorio dalle dimensioni ridotte ed isolato come quello delle Azzorre.
Il progetto più ambizioso e importante è sicuramente MarSP, che ha come scopo il rafforzamento dei processi di pianificazione dello spazio marittimo nei tre arcipelaghi della Macaronesia: le Azzorre, Madeira e le Isole Canarie.
In particolare, MarSP intende pianificare e trovare un equilibrio tra le diverse attività marittime che si svolgono in queste aree geografiche, tenendo atto dei diversi soggetti in gioco e soddisfacendo gli interessi di tutti. Anche il turismo, ovviamente, è un settore che, direttamente o indirettamente, comporta uno sfruttamento importante delle risorse locali e che quindi deve essere regolato.
Anche le Azzorre sono state premiate da Green Destinations nella loro Top 100, nelle edizioni 2018 e 2019, certificando l’impegno messo in atto dall’Arcipelago per rendere sostenibili le attività svolte nel territorio e lo sfruttamento delle risorse.
Il post Covid-19: come cambia il turismo sostenibile in Sardegna e nelle Azzorre?
Il mondo ha subito una serie di importanti epidemie e pandemie negli ultimi 40 anni, ma nessuna ha avuto gravi implicazioni nell’economia globale come la pandemia COVID-19.
A causa delle restrizioni e dei blocchi dei viaggi, il turismo globale ha subito un rallentamento
significativo, registrando una diminuzione di oltre la metà dei voli globali, con perdite di entrate turistiche che per il WTTC potrebbero arrivare fino a 2,1 trilioni di dollari.
Quella che il mondo del turismo sta vivendo potrebbe però anche essere considerata come un’opportunità per riconsiderare criticamente la traiettoria di crescita del turismo e per mettere in discussione la logica che descrive un maggior numero di arrivi come fonte di benessere per la destinazione. La sostenibilità delle destinazioni turistiche è una variabile fondamentale che non possiamo più trascurare per garantire il benessere di tutti.
La nuova vision del turismo post-Lockdown
Dal punto dell’adeguamento dell’offerta e della comunicazione le Isole Azzorre e la Sardegna hanno trovato soluzioni differenti durante il periodo del lockdown, seguendo la One Planet Vision per il recupero responsabile del settore turistico.
Questa nuova visione si basa sulle linee guida globali dell’UNWTO per riavviare il turismo, con l’obiettivo di farlo emergere più forte e più sostenibile dalla crisi COVID-19. Lo slogan dell’iniziativa esprime chiaramente il concetto:
“Sustainability must no longer be a niche part of tourism but must be the new norm for every part of our sector”.
UNWTO, 2020
Ora più che mai quindi si parla di Turismo Sostenibile in Sardegna e non solo. Durante il periodo del lockdown le Azzorre hanno continuato a promuovere le isole descrivendole per il loro ritmo lento e per il fortissimo legame tra uomo e natura.
La Sardegna invece si è organizzata in modo tale da offrire sempre più un’esperienza attenta al consumatore, all’ambiente e agli impatti derivanti dal turismo. Con l’evento del Covid-19, l’Isola ha accelerato l’organizzazione del turismo secondo i principi della sostenibilità, premendo maggiormente sulle bellezze paesaggistiche e culturali piuttosto che sul turismo balneare di massa. Sebbene le prospettive del post-Covid annuncino un turismo di prossimità e quindi non soggetto a grandi flussi turistici, la Sardegna sarà in grado di offrire delle esperienze più consone all’ambiente e di maggiore attenzione riguardo alla popolazione locale.
Questo articolo si rifà ai contenuti della tesi Sardegna e Azzorre, un confronto sulla sostenibilità di Federica Crobe. Se hai bisogno di approfondire, contatta l’autore.
Foto Copertina: Cala Coticcio, Arcipelago de La Maddalena, di Giovanni Sedda.