Si chiama Melania, ma il suo soprannome è sempre stato “Bagamunda” che è poi diventato il nome del suo progetto. Melania è una guida turistica abilitata, ma lei preferisce definirsi “una guida turistica un po’ sopra le righe perché “amo raccontare l’isola in un modo un po’ alternativo, creando percorsi che guardano alla contemporaneità, oltre che alla storia, che la caratterizzano”.
Per questo, sia per unire studi e passioni, la giovane guida ha creato dei tour di Street Art a Cagliari.
Ci ha molto colpiti il tuo tour di street art a Cagliari: come è nata l’idea, raccontaci!
Il primo tour sulla street art e graffiti nasce nel 2018, dopo quasi 10 anni dedicati alle ricerche sul campo in giro per il mondo, e dopo una tesi specialistica sull’evoluzione di questo fenomeno tra America e Europa del 2013. Ho voluto creare un primo percorso (al quale nel tempo se ne sono uniti altri e che sono in costante aggiornamento in base alle opere e alla logistica), perché mancava una proposta simile e mi sembrava giunto il momento di dare maggiore risonanza a questa produzione artistica.
La mia proposta ha lo scopo di far conoscere Cagliari da una prospettiva diversa, in particolare quei luoghi che fanno parte della città (periferici o centrali che siano) e che vengono attraversati, fotografati senza poterne cogliere i retroscena. E allora cerco di raccontare quest’arte esposta a tutti, dove è nata, cosa rappresenta e chi sono i protagonisti di questo scenario artistico locale e non solo. Lo faccio con molto rispetto verso questo mondo e verso chi ne fa parte. Il rispetto è fondamentale se si vuole essere accolti e se si vuole avere un contatto diretto. Credo che questo faccia la differenza. Tornando al percorso… è adatto a tutti, utile per far avvicinare le persone che non conoscono per niente il mondo dei graffiti e della street art, spesso molto malgiudicato; o chi è già appassionato può approfondire con me magari scambiandoci le nostre esperienze riguardo questo argomento controverso. Per alcuni è solo vandalismo, soprattutto finché non fanno il tour, ma poi tornano a casa con un’altra consapevolezza. Questo mi dà grande soddisfazione.
Mi piace condurre i tour (in generale, non solo questo) con gruppi raccolti in modo tale che ci sia spazio per ogni riflessione e curiosità, perché sia un’esperienza completa, spesso anche tattile. Ci avviciniamo infatti letteralmente ai muri dipinti 😀
Quali sono i principali itinerari di murales e Tour street art in Sardegna e perché? Come si possono valorizzare dal punto di vista turistico?
I percorsi fattibili sono tanti, in Sardegna abbiamo tanto materiale e tanti artisti, anche molto giovani con grande talento, e soprattutto tanti spazi che andrebbero (ri)valorizzati.
Più che indicare i percorsi ci tengo a precisare che murales, street art e graffiti sono tutte cose diverse. Ciò che le accomuna è l’essere esposte in strada per tutti. C’è molta confusione in genere sull’argomento e cerco di spiegare anche questo durante i miei percorsi, che infatti rappresentano alcune diverse ‘’evoluzioni’’ di questo panorama artistico, che va dalla produzione prettamente spontanea e illegale, a quella su commissione, a quella di riqualificazione urbana.
Dal punto di vista turistico la buona promozione e soprattutto fare rete (sul serio) con gli operatori attivi sul territorio fanno la differenza.
Melania Garau, Bagamunda
Una cosa su cui credo molto è fare più turismo di qualità, intendo rispettando la vocazione della nostra isola proponendo itinerari ben studiati che comprendano le varie risorse a disposizione ed un ritmo lento.
Sappiamo dai numeri che il turismo culturale in Sardegna non è ancora sviluppato abbastanza. Secondo te quali sono le problematiche principali?
La mancanza di organizzazione e pianificazione di un’offerta turistica di qualità e varia, che venga promossa in primis dai ‘’piani alti’’ affinché si trasformi (non nell’immediato, ovviamente ci vuole tempo) l’immagine e la reputazione della nostra isola, vista sempre e solo come meta balneare: il mare c’è ed è fantastico ma è solo una delle nostre risorse e la stiamo strasfruttando e pure male.
Seconda cosa, sicuramente la necessità di formazione. Negli ultimi anni in particolare sono disponibili molti corsi, anche regionali e gratuiti, per il settore turistico nel suo insieme, penso siano utilissimi, poi non bisogna fermarsi lì, bisogna studiare e formarsi costantemente.
Quali sono le opportunità che può sfruttare il turismo culturale in Sardegna? Quali i mercati più interessanti?
In primis quello locale, sono sempre stata convinta che siano i turisti residenti i primi a dover essere spronati, invogliati, incuriositi a conoscere la propria identità per fortificare la consapevolezza del nostro potenziale.
Questo anno così strano forse ce lo ha fatto notare ancora di più (spero).
Gli altri mercati, difficile a dirsi in questo momento in cui si naviga a vista e dopo il quale tutto potrebbe essere rivoluzionato (a partire probabilmente dal 2022).
Sei experience manager: si parla tanto delle esperienze, ma cosa significa farla per davvero? Raccontaci come si fa, con un esempio pratico dal tuo lavoro.
Un altro esempio pratico sono le esperienze enogastronomiche. In quel caso si è protagonisti anche con altri sensi e in altri sensi 😀
Con i laboratori-IN-cucina che ho creato con Cinzia di Maddrigga di Luna lo scopo è trasmettere i saperi di un tempo che noi abbiamo acquisito da nonne, zie e altre amiche dedite alla tradizione culinaria sarda.
Per me experience manager significa fare ricerche e sperimentazioni in prima persona, arrivando certamente alle fasi di pianificazione dell’esperienza, dell’organizzazione e della promozione. Ma la fase che conta maggiormente per l’experience manager è lo svolgimento. Per una buona riuscita dell’esperienza ci devono essere degli elementi fondamentali quali un’atmosfera piacevole, l’ospite si deve sentire a suo agio, soprattutto poter imparare qualcosa che possano realmente ripetere a casa propria e andar via con la voglia di tornare. Credo che la chiave di tutto, oltre alle competenze tecniche (che non devono mai mancare), sia l’empatia che si riesce a creare con gli ospiti e (nel mio caso) la sintonia con chi ti affianca nel lavoro.
Leggi il pezzo precedente sul Turismo Esperienziale in chiave sostenibile.
Perché ripartire in Sardegna nel post Covid (o Era Covid) con offerte turistiche sempre più esperienziali e con itinerari alternativi come quelli street art nel 2021?
Produrre offerte esperienziali e itinerari alternativi, in particolar modo nel mio caso e dei miei tour street art a Cagliari e in Sardegna e i graffiti, è sempre più necessario per differenziarsi e trovare una propria nicchia di cui predersi cura, facendo vivere momenti unici e sopratutto di qualità ai nostri ospiti.
Quando costruisco un percorso, un laboratorio o qualsiasi altra esperienza, penso sempre che voglio offrire ciò che mi aspetterei di trovare io stessa se fossi un turista: qualità e originalità sono due must.